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mercoledì 10 aprile 2013

Giorno 10: raggiungere il mondo offrendo ospitalità


Giorno 10

ARGOMENTO:
Siamo chiamati a raggiungere il mondo insieme


O F F R E N D O  O S P I T A L I T À

“…Aprite le vostre case gli uni verso gli altri senza lamentarvi.”
1 Pietro 4:9 (TEV)

Un cuore aperto conduce ad una porta aperta.

Per il cristiano l’ospitalità non è opzionale. È imperativa (Isaia 58:6–9; Luca 14:12–14) siamo chiamati a praticare l’ospitalità – a partire dall’esempio del Patriarca Abraamo, che vide tre ospiti divini venirgli incontro tra le sabbie infuocate (Genesi 18), fino al saggio consiglio dell' Apostolo Paolo (Romani 12:13b).

Per alcuni l’ospitalità è naturale come il respiro, mentre per altri è qualcosa da imparare. Per tutti comunque si tratta di un dono da curare (1 Pietro 4:9).

Il ministero di Cristo in questo mondo impoverito, prigioniero, cieco e oppresso deve, in un modo o nell’altro, essere il nostro (Luca 4:18–19). Molti di noi sono stati forniti di un utile strumento tramite cui operare il ministero – si tratta del miracolo di una casa cristiana. Se tutti i Cristiani aprissero le loro case e praticassero l’ospitalità come viene descritta nelle Scritture, potremmo decisamente modificare il tessuto della nostra società. Potremmo giocare un ruolo principale nella redenzione spirituale, morale ed emotiva.

Pensate per un momento all’impatto che la chiesa potrebbe avere sulla società se soltanto quattro o cinque famiglie in ogni chiesa si preoccupassero dei bambini bisognosi, dando loro cibo e conducendoli a Cristo. Se un’ampia area urbana contiene cento chiese , quattro o cinque case alla volta potrebbero prendersi cura di quattro o cinquecento bambini.

Molti tra quelli che affermano di seguire Cristo non hanno compreso affatto le regole basilari dell’ospitalità. Abbiamo permesso al mondo di ridurci a sua immagine e quindi a intrattenere gli ospiti dicendo “ecco la mia bella casa, con le sue belle decorazioni e le mie succulente cenette”; ma l’ospitalità è un occasione di ministero durante la quale dire “questa non è la mia casa. È un dono del mio Signore. Io sono il suo servo e ne faccio l’uso che Lui desidera”. L’ospitalità non mira a impressionare ma a servire.

Intrattenere i nostri ospiti significa mettere delle COSE davanti ai loro occhi. “Non appena avrò finito i lavori, non appena avrò ridipinto il soggiorno, non appena sarà arredata, non appena avrò messo in ordine, allora inviterò qualcuno” “Arrivano i Tal dei Tali. Devo assolutamente comprare quella cosa prima che siano qui”; ma l’ospitalità mette le persone prima delle cose: “Non ci sono mobili, beh vorrà dire che mangeremo per terra.”

Intrattenere significa dichiarare “questo è mio: queste stanze, questo arredamento: guardate e ammirate.” L’ospitalità è un sussurro che dice “Ciò che è mio, è tuo.” (Atti 2:44)

L’ospitalità mette da parte ogni orgoglio e non si preoccupa se le altre persone vedono la nostra umanità. Non abbiamo false pretese e per questo la gente può rilassarsi e sentire che forse potremmo diventare amici.

Le chiese di oggi hanno bisogno di immergersi in un’ospitalità piena di amore, priva di egoismi e capace di accettare pienamente. Se non svilupperemo un sincero spirito di accettazione degli altri nelle nostre chiese-famiglie, l’ospitalità che offriremo all’esterno sarà ipocrita. Quando le nostre case e la casa di Dio sono come Dio le vuole, sarà naturale aprirle alla visita dei nostri vicini.

È sconvolgente notare come pochi cristiani siano entrati davvero nelle vite dei loro vicini. C’è un’eredità vicina a noi che il Padre desidera sia toccata dal nostro ministero. Quanti di noi cercano di trovare un modo per servire i propri vicini, per estendere la grazia. Spesso la nostra cristianità ufficiale – i nostri incontri e i nostri vari impegni – ci rendono meno accessibili piuttosto che più raggiungibili. Se i cristiani come gruppo iniziassero a praticare l’ospitalità, potremmo avere un ruolo fondamentale per la salvezza della società. Non c’è posto migliore dove praticare la redenzione della società se non nella casa di un servo cristiano. E più abbiamo a che fare con i prigionieri, i ciechi, i derelitti, più arriveremo a capire che in questo mondo inospitale, una casa cristiano è un miracolo da condividere.

Nel Dizionari Webster, la definizione per il termine ‘ospitale’ si trova tra ‘ospizio’, cioè un luogo di rifugio, e ‘ospedale’, ovvero un luogo di guarigione. Ed infine, non è questo che noi offriamo quando apriamo le nostre case nel vero spirito di ospitalità, quando offriamo un rifugio e una guarigione?

Eco alcuni passi fondamentali per sviluppare l’ospitalità:
  • richiedete la presenza di Dio quando aprite la vostra casa
  • cercate di capire come le vostre abitudini possano impedirvi di essere più ospitali
  • valutate i vostri doni e come possano essere espressi nell’ospitalità
  • siate l’ospite di un piccolo gruppo
  • unitevi a qualcuno per organizzare una cena per gli amici
  • invitate degli adolescenti critici.

P U N T O  D A  P O N D E R A R E :
Un cuore aperto conduce a una porta aperta.

V E R S E T T O  D A  M E M O R I Z Z A R E :
“…Aprite le vostre case gli uni verso gli altri senza lamentarvi.”
1 Pietro 4:9 (TEV)

D O M A N D A   S U  C U I  R I F L E T T E R E
Avete invitato i vostri vicini di casa di recente?

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