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Insieme è meglio

Perché siamo sulla terra?

martedì 30 aprile 2013

Giorno 30: siamo chiamati a servire insieme aiutandoci


Giorno 30

ARGOMENTO: Siamo chiamati a servire insieme

A I U T A N D O C I

Aiutandovi gli uni gli altri con i vostri problemi, adempierete veramente la legge di Cristo.”
Galati 6:2 (NCV)

Siamo chiamati a portare i pesi degli altri.

Il senso di questo versetto è che siamo tenuti ad aiutare i fratelli e le sorelle a trasportare i pesi delle loro vite – una terribile perdita, una difficile circostanza, una diagnosi dolorosa, sono questi i tipi di problemi che ci minacciano, ci opprimono e alla fine ci distruggono, come il peso che Gesù sopportò sotto la croce sul Golgota (Giovanni 19:17).

Come Simone di Cirene, che condivise il peso della croce con Gesù (Marco 15:21), siamo chiamati in causa quando si tratta di dare un sostegno ai nostri amici, anche se questo comporta trasportare un peso per qualche tempo. Martin Lutero definiva questo atteggiamento la legge dell’amore reciproco: come comunità di credenti, dobbiamo essere uniti nell’affrontare le molteplici sfide di questa vita (Galati 6:2).

I nostri atti amorevoli e di sostegno reciproco completano questa “Legge di Cristo”. Staremo meglio insieme se ci daremo aiuto reciproco nell'affrontare le problematiche famigliari, lavorative, matrimoniali o di salute. Costruiamo le nostre vite sulla promessa del Padre che non ci lascerà né ci abbandonerà mai (Deuteronomio 31:6) e offriamo quella stessa promessa alle nostre famiglie e ai nostri amici.

Ecco alcuni principi fondamentali per affrontare insieme le avversità:

  • Apriamo a Dio i nostri cuori. In un momento critico sentiamo ogni sorta di emozione: paura, rabbia, preoccupazione, depressione, risentimento, scoramento. La nostra piccolo gruppo potrà aiutarci fornendoci un sostegno potente mentre apriamo il nostro cuore a Dio (Salmo 62:8). “Il SIGNORE è vicino a quelli che hanno il cuore afflitto, salva gli umili di spirito” (Salmo 34:18) e Gesù ha detto “Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati” (Matteo 5:4).

  • Aiutiamo gli altri a ricevere mentre provano dolore. Non permettiamo ai membri della nostra piccolo gruppo di isolarsi in un momento difficile. Offriamo loro un sostegno, incoraggiamento, e la nostra presenza (Proverbi 18:24).

  • Ringraziamo insieme. Incoraggiamoci a vicenda a restare lontano dall’amarezza (Ebrei 12:15), ricordandoci di rendere grazie e focalizzando la nostra attenzione su ciò che resta e non su ciò che è perduto.

  • Concentriamoci sulle cose che valgono davvero. Una crisi spesso aiuta a fare chiarezza sui nostri valori e ci rende chiare le cose che contano davvero. Gesù ci ha detto, “La vita non si misura da quanta ricchezza uno possiede” (Luca 12:15b, NCV).

  • Affidiamoci a Gesù, lasciamo che Egli porti stabilità nella crisi. Dio ha costantemente a cuore i suoi figlioli e ci aiuta ad affrontare le cattive notizie (Salmo. 112:6-7).

  • Ascolta le indicazioni che Dio ti dà. “‘Io so cosa sto progettando per voi’, dice il SIGNORE. ‘Ho dei buoni progetti per voi, non piani per ferirvi. Vi darò speranza e un buon” (Geremia 29:11, NCV).

  • Confidiamo nella mano di Dio. “Dio è la nostra protezione e la nostra forza. Ci aiuta sempre in tempi di difficoltà. Così non avremo paura anche se la terra si scuote, o le montagne cadono nel mare” (Salmo 46:2, NCV).

Inevitabilmente, i vari membri del vostro piccolo gruppo si troveranno ad affrontare momenti di crisi, e quando questo succederà dovrete riuscire a percepire quella crisi come se fosse vostra, offrendo un supporto tangibile e un incoraggiamento consistente. Un giorno potrà succedere che sia tu ad avere bisogno dello stesso tipo di aiuto per uscire da un momento duro.
Lavorando insieme potremo dire con fiducia “siamo stati veramente molto schiacciati e provati e abbiamo temuto che non ce l’avremmo fatta… Abbiamo visto quanto fossimo privi di potere di aiutare noi stessi; ma quello era un bene, perché quando abbiamo messo tutto nelle mani di Dio, che da solo ci ha potuto salvare… E aiutarci e salvarci….. e ci aspettiamo che lui lo faccia ancora ed ancora” (2 Corinzi 1:8b–10, LB).

P U N T O      D A      P O N D E R A R E :
Siamo chiamati a portare i pesi gli uni degli altri.

V E R S E T T O     D A     M E M O R I Z Z A R E :
Ubidite la legge di Cristo quando vi offrite a vicenda una mano tesa in aiuto.”
Galati 6:2 (CEV)

D O M A N D A    S U     C U I   R I F L E T T E R E :
Chi conosci che potrebbe avere bisogno del tuo aiuto per sopportare il suo peso, oggi?

lunedì 29 aprile 2013

Giorno 29: siamo chiamati a servire insieme nel desiderio di servire


Giorno 29

ARGOMENTO: Siamo chiamati a servire insieme


N E L   D E S I D E R I O    D I   S E R V I R E

Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione
per vivere secondo la carne, ma servite gli uni agli altri in amore”
Galati 5:13

Siamo salvati per servirci reciprocamente.

Molte persone nutrono la convinzione errata che “esser chiamati” da Dio sia qualcosa riservata ai missionari, ai pastori, alle suore o ad altri che si preoccupano della conduzione di una chiesa. In verità però la Bibbia afferma che siamo tutti chiamati a servire Dio servendo gli altri. Non siamo salvati per mezzo del servizio reso agli altri, siamo salvati per rendere servizio agli altri.

Il versetto odierno ci offre tre diversi punti di vista riguardo al servizio a Dio per mezzo del servizio rivolto agli altri.

Innanzi tutto, la base per rendere servizio agli altri è la salvezza. Paolo afferma “siete stati chiamati a libertà”. Non possiamo servire Dio fino a che non siamo stati liberati da Gesù. Si tratta del prerequisito che rende possibile il servizio. Sino a quando non avremo avuto esperienza del potere trasformante della grazia di Dio nelle nostre vite, saremo ancora soggetti alla schiavitù delle nostre abitudini, delle nostre ferite, delle nostre fobie per avere tempo di pensare agli altri. Senza la libertà del perdono, finiremo a servire per le ragioni sbagliate: cercheremo l’approvazione degli altri, sfuggendo al nostro dolore o nella disperata ricerca di una panacea per il nostro senso di colpa, tentando di impressionare Dio. Il servizio motivato da queste ragioni illegittime vi lascerà alla fine scottati e amareggiati.

In secondo luogo, la barriera che ostacola il servizio agli altri è l’egoismo: Paolo ci avverte “non fate della libertà un’occasione per vivere secondo la carne”. La ragione principale per la quale non abbiamo tempo o energia sufficienti per rendere servizio agli altri è che siamo più preoccupati dei nostri impegni,i nostri sogni e i nostri piaceri. Alla fine degli anni 60 il movimento Hippie aveva invaso San Francisco prima e quindi tutti gli Stati Uniti. Si trattava per la maggior parte di universitari che si ribellavano contro l’autorità esibendo una libertà fatta di sesso libero e droga. Dormivano nel Parco del Golden Gate e vivevano di elemosine invece di cercarsi un lavoro.

Orgogliosamente si definivano la “contro-cultura”, anche se in realtà si comportavano esattamente come la maggior parte delle persone di quella cultura a cui si ribellavano: vivevano nel vizio. Anche oggi, la pubblicità televisiva non fa altro che ricordarci che dobbiamo soddisfare i nostri desideri, fare a modo nostro, fare ciò che è meglio per noi. Ora guardiamo ancora una volta alla ragione n°1: la maggior parte delle volte siamo più orientati a servire noi stessi, invece che svolgere un servizio per gli altri.

Eppure è solo nel servire gli altri che riusciremo ad adottare un vero atteggiamento contro-culturale: è ben più radicale ricercare i bisogni di qualcun altro invece dei nostri. Soltanto una netta minoranza di persone sfrutta le proprie vite per servire gli altri. Eppure ecco cosa ha detto Gesù: “…se insisti nel salvare la tua vita la perderai. Solo coloro che buttano via la loro vita per il mio nome e per il nome della Buona Notizia sapranno che cosa vuol dire vivere veramente” (Marco 8:35, LB).

In terzo luogo, il motivo per servire è l’amore. Paolo afferma “per mezzo dell'amore servitevi gli uni agli altri”. Si tratta di una chiave di volte per l’edificazione di una comunità. Senza l’amore, il servizio non avrebbe alcun valore agli occhi di Dio. In 1 Corinzi 13:3 (Msg) si afferma che “Non importa cosa dico, cosa credo, o cosa faccio, senza amore sono perduto”: Dio è molto più interessato alle ragioni per cui ti dedichi a servire gli altri piuttosto che a quanto bene lo fai. Egli è sempre attento al tuo cuore.

Questa settimana, osserveremo sei ulteriori modi di intendere “l’un l’altro” – saranno modi pratici in cui i membri della nostra piccolo gruppo potranno aiutarsi reciprocamente o servire gli altri membri della chiesa. Oggi però è il giorno della preparazione dei nostri cuori per queste lezioni: cerchiamo di non percepire il servizio rivolto agli altri come un obbligo o un dovere. Cerchiamo di farlo volontariamente e volentieri in virtù dell’amore che proviamo per Gesù e per la gratitudine che sentiamo per tutto ciò che Egli ha fatto per noi.

Ricordiamo infine che servirsi reciprocamente è pratica di eternità e assomigliamo a Gesù quando ci adoperiamo per servire gli altri. Dopo avere lavato i piedi ai suoi discepoli, Gesù ha detto “Ti ho dato un esempio da seguire. Fai come io ho fatto a te” (Giovanni 13:14-15, NLT).


P U N T O   D A   P O N D E R A R E :
Siamo salvati per servirci gli uni gli altri.

V E R S E T T O   D A   M E M O R I Z Z A R E :
Ciascuno di noi deve cercare il bene delle persone intorno a noi,
chiedendo a noi stessi, :’come posso essere d’aiuto?
Romani 15:2 (Msg)

D O M A N D A   S U   C U I   R I F L E T T E R E
Come puoi aiutare qualcuno nella tua piccolo gruppo o nella tua chiesa, oggi?

domenica 28 aprile 2013

Giorno 28: siamo uniti per crescere insieme perdonandoci


Giorno 28

ARGOMENTO: Siamo uniti per crescere insieme


P E R D O N A N D O C I

Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri,
perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.”
Efesini 4:32


Non può esistere amicizia senza perdono.

In quanto credenti, siamo chiamati a riconciliarci per mezzo di Cristo (2 Cor. 5:18; ho estrapolato il contenuto del versetto perché non corrispondente a quello citato dall'autore e tratto da MSG), per questo dobbiamo continuamente perdonare gli altri e ricevere da loro il perdono. Se questo non avviene, saremo condannati ad “arrenderci nella disperazione(2 Corinzi 2:7).

Ogni qualvolta ci sentiremo feriti da qualcuno, dovremo fare una scelta: concentrare la nostra attenzione sul risentimento o sulla soluzione del problema.

La Bibbia parla chiaramente di arrivare al punto: “Guardate che nessuno renda ad alcuno male per male; anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti.” (1 Tessalonicesi 5:15). Agli occhi di Dio, non basta affermare che non cercheremo la vendetta; siamo invece chiamati a spingerci sino al cuore più profondo del perdono, “perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.” (Efesini 4:32) .

Leggendo la Bibbia, diventa estremamente chiaro come il perdono non sia opzionale per i seguaci di Cristo. Dio ha fissato per noi uno standard elevato poiché sa quanto sia in ballo nella nostra esistenza. La cattiveria e la mancanza di perdono sono cancri che alla fine arriveranno a distruggerci dall'esterno sino al nostro intimo. Il perdono è lo scalpello che rimuove il tumore dell'amarezza. Ora, questo non significa che ti sarà sempre possibile arrivare a perdonare e mettere da una parte quanto accaduto, probabilmente ti sarà necessario provarci e riprovarci fino a quanto ti sarà chiaro di avere finalmente liberato chi ti ha offeso. Però, il perdono resta una scelta che puoi operare, ed è la scelta che Dio si aspetta da te.

Nella lettera ai Colossesi, Paolo pone le basi e le motivazioni per il perdono: ”Dovete tollerare gli errori gli uni verso gli altri e perdonare la persona che vi offende. Ricordate, il Signore vi ha perdonato, così voi dovete perdonare altri.” (Colossesi 3:13, NLT); ed in Romani 5:8, egli afferma che “mentre eravamo ancora peccatori,- (prima di chiedere perdono) “ Cristo è morto per noi.” Come possiamo non perdonare quando riportiamo alla mente il prezzo pagato per noi da Gesù?

Cosa significa dunque, perdonare? Innanzi tutto cerchiamo di essere d'accordo sul fatto che non significa una specie di ginnastica mentale utile per lenire le ferite, né significa far finta di non essere stati feriti. Perdonare significa piuttosto non restare offesi nei confronti di chi ci ha recato offesa, significa avere condonato il debito e avere scelto consapevolmente di liberare chi ci ha offeso. Noi amiamo intensamente “perché l'amore copre una gran quantità di peccati.” (1 Pietro 4.8).

Ecco ora alcuni passi da fare verso il perdono:
  • Rivolgetevi a Dio prima che alla persona coinvolta. Come David, nei salmi, usate la preghiera per una “ventilazione” verticale. Gridate al Signore, ditegli chiaramente come vi sentite. Egli non sarà sorpreso dalla vostra rabbia, dal dolore, dalla vostra insicurezza o amarezza.
  • Siate sempre i primi a prendere l'iniziativa. Non importa se siate chi ha recato offesa o chi l'ha subita: Gesù ci ha detto di fare sempre la prima mossa. “Questa è la condotta che io voglio che tu tenga in queste situazioni. Se entri il tuo luogo di adorazione e, stai per fare un’offerta e d’un tratto ti ricordi di una disputa che un fratello ha con te, lascia la tua offerta, e vai prima a riconciliarti con il tuo fratello. E solo dopo torna davanti
e metti a posto le cose con Dio” (Matteo 5:23-24, Msg).

  • Confessate la vostra parte nel conflitto. Se avete seriamente intenzione di recuperare un rapporto, dovreste cominciare ammettendo i vostri errori o i vostri peccati. Gesù ci ha detto che è questo il modo per vedere le cose più chiaramente: “togli prima dal tuo occhio la trave, e allora forse ci vedrai abbastanza bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tu oamico” (Matteo 7:5, NLT).

Forse proprio ora dovrai fermarti un attimo per iniziare un'intensa conversazione con Dio riguardo a qualcuno che dovresti perdonare. Il tuo Padre celeste sa bene che non è affatto facile dimenticare le proprie ferite, ma ti aiuterà e ti darà la grazia di perdonare. Fallo ADESSO. E sarai felice di averlo fatto.


P U N T O   D A    P O N D E R A R E :
Non esiste amicizia senza perdono.

V E R S E T T O   D A   M E M O R I Z Z A R E :
Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri,
perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo.”
Efesini 4:32

D O M A N D E   S U    C U I   R I F L E T T E R E :
Se c'è qualcuno che devi perdonare, quando hai intenzione di farlo?
Se c'è qualcuno a cui hai fatto un torto, quando hai intenzione chiedere perdono?

sabato 27 aprile 2013

Giorno 27: siamo uniti per crescere insieme confessandoci gli uni agli altri


Giorno 27

ARGOMENTO: Siamo uniti per crescere insieme



C O N F E S S A N D O C I   G L I   U N I   A G L I   A L T R I

Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti;
la preghiera del giusto ha una grande efficacia.”
Giacomo 5:16

Il fine della confessione non è il disonore, ma la grazia di Dio.

Il significato letterale della parola “confessare” usata nella bibbia è “dire la stessa cosa”. Quando confessiamo i nostri peccati stiamo parlando di essi nello stesso modo in cui Dio ne parla. Confessare significa riconoscere e accettare la responsabilità del nostro peccato. Confessiamo perché siamo animati dal nostro cuore pentito che desidera obbedire e piacere a Dio; non lo facciamo semplicemente perché siamo stati colti in fallo, con le mani nel sacco.

Quindi, a chi dobbiamo confessare? Dobbiamo confessare a Gesù o alle persone? La risposta è “Si”. La Bibbia ci insegna che dobbiamo confessare ad entrambi. L’apostolo Giovanni scrisse: “Se confessiamo a Lui i nostri peccati, Egli è fedele e giusto nel perdonarci e purificarci da ogni peccato” ( 1Giovanni 1:9, NLT). La Scrittura ci insegna chiaramente che solo Cristo può perdonare i nostri peccati e, come credenti, possiamo rivolgerci a lui in qualsiasi momento ovunque, e Lui ci perdonerà.

È altresì importante notare che il perdono ha a che fare anche con la tua relazione con Dio e non solo con la posizione di figlio. Giovanni stava scrivendo a dei credenti su come si deve comportare un credente quando pecca. In altre parola, non hai bisogno di confessare i peccati per poter essere riammesso nella famiglia di Dio – continui ad essere sempre parte della famiglia – ma confessi i tuoi peccati per recuperare la tua comunione con Dio.

Ci viene anche insegnato di confessare i nostri peccati agli altri: “Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; la preghiera del giusto ha una grande efficacia” (Giacomo 5:16). Giacomo afferma che la confessione è fatta “affinché siate guariti”; e non perché siate perdonati. Il perdono procede solo da Dio, ma la guarigione arriva dalla confessione resa agli altri. La confessione di cui parla Giacomo non è quella che scaturisce da un interrogatorio; è la diretta reazione di un cuore pentito che riconosce volontariamente il suo peccato. “Quando siete colpevoli, confessate immediatamente il peccato che avete commesso”( Levitico 5:5, Msg)
.
Quindi in quale contesto di chiesa dovrebbe essere espressa la confessione? La maggior parte delle confessioni non devono essere esternate durante la celebrazione settimanale. Neanche in una riunione di studio biblico, dove la priorità viene data alla Parola di Dio. Il posto veramente ideale per vivere al meglio l’indicazione espressa in Giacomo 5:16 è nei piccoli gruppi. Tale ambiente deve essere come una protezione per chi si apre e deve essere caratterizzato da un’atmosfera di amore incondizionato. Confessione e riservatezza devono andare di pari passo. Le persone devono poter fidarsi del fatto che la loro confessione non uscirà fuori dal cerchio di fiducia del piccolo gruppo. Il piccolo gruppo deve anche essere caratterizzata dalla grazia. Non si deve neanche mettere in discussione l’eventualità di escludere qualcuno dal piccolo gruppo, indipendentemente da ciò che confesserà.
Perché Dio vuole che coltiviamo la confessione reciproca? Ci sono almeno due motivi importanti ed efficaci.
Primo,una cosa è leggere semplicemente quello che Dio dice nella Bibbia sul perdono; un’altra è ascoltare e sperimentare la grazia di Dio descritta nella Bibbia attraverso la bocca dei tuoi fratelli. Quando confessiamo qualcosa e veniamo comunque accolti da questo piccolo gruppo, l’amore di Dio e il suo perdono sono ancora più concreti.
Secondo, la confessione limita il potere del “segreto”. Il principio della guarigione sta nella confessione. Avviene qualcosa di risanante e liberatorio quando attraversiamo l’esperienza di una vera e sincera confessione. Ciò permette al gruppo di esserci vicini, sostenerci e pregare per noi e per le nostre lotte.
Il fine della confessione non è il disonore, ma la grazia di Dio. Lo scopo della confessione non è l’umiliazione, ma la restaurazione.
In conclusione, cosa dobbiamo fare quando qualcuno ci confessa un suo peccato?


• Ascolta con un atteggiamento pieno di affetto.
• Non cercare di minimizzare la serietà del suo peccato.
• Non cercare di “mettere a posto le cose”.
• Mostra empatia alla persona che ti parla e soffri con lui/lei.
• Assicura alla persona il tuo amore e il perdono di Dio.
• Chiedi a lui/lei: “come possiamo aiutarti?”
• Prega per e con quella persona.
Questo argomento della confessione potrebbe sembrare qualcosa di insolito e imbarazzante; ma è, invece, un insegnamento biblico importante per la tua salute spirituale. Dio ti sta parlando proprio ora riguardo ad alcune aree nascoste della tua vita che hanno bisogno di essere confessate?


P U N T O    D A   P O N D E R A R E :
Il fine della confessione non è il disonore, ma la grazia.

V E R S E T T O   D A   M E M O R I Z Z A R E :
Confessate dunque i vostri peccati gli uni agli altri, pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti;
la preghiera del giusto ha una grande efficacia.”
Giacomo 5:16

D O M A N D A   S U   C U I   R I F L E T T E R E :
Se Dio ti sta parlando riguardo ad alcune aree nascoste della tua vita
che hanno bisogno di essere confessate, cosa pensi di fare?

venerdì 26 aprile 2013

Giorno 26: siamo uniti per crescere insieme mettendo gli altri prima di noi


Giorno 26

ARGOMENTO: Siamo uniti per crescere insieme


M E T T E N D O   G L I    A L T R I   P R I M A   D I    N O I

Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno,
in spirito di umiltà di mente, dovrebbe dare preferenza al prossimo.”
Filippesi 2:3-4 (NJB)

Mettiamo gli altri prima di noi.

Se avete letto La vita con uno scopo ricorderete la frase di apertura del libro: “Non riguarda te”. Dio ci ha creati per uscire da noi stessi e vivere con uno scopo rivolto agli altri. Secondo Gesù, viviamo in questo modo quando ci diamo preferenza reciproca: “L’auto–aiuto non è per niente aiuto. L’auto–sacrificio è la via, la Mia via, per trovare voi stessi, il vero voi ” (Matteo 16:25, Msg).

Può essere facile mettere gli altri per primi quando sei in coda alla cassa, ma cosa succede quando sono in ballo questioni più importanti, quelle che per te contano davvero? A volte dare la preferenza agli altri significa sacrificarsi per il Corpo di Cristo. Noi facciamo parte di una comunità e diciamo “noi” invece di “io”, e “nostro” invece di “mio”. La Bibbia dice: “Non pensate solo al vostro bene. Pensate agli altri credenti e cosa è meglio per loro” (1 Corinzi 10:24, NLT).

La Bibbia ci dice di mettere gli altri davanti a noi mettendo volontariamente noi stessi in una posizione di supporto, in panchina- “avendo una parte secondaria” (Romani 12:10, Msg). Per fare questo, dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare, scardinare la nostra prospettiva. Ogni giorno veniamo educati, incoraggiati, sedotti verso un modo di vita egocentrico, ma Paolo ci sfida a considerare gli altri meglio di noi e a “cercare gli interessi reciproci,” non solo i nostri (Filippesi 2:3–4, TEV ).

Cambiare la nostra prospettiva ci impone di:

  • Eliminare la competizione. Esiste uno spirito competitivo poco salutare nelle tue relazioni con gli altri? Vuoi sempre arrivare per primo?
  • Eliminare l’orgoglio. Vuoi sempre avere l’ultima parola? Sei pronto ad ammettere quando hai torto? Ragazzi, considerate possibile che i vostri genitori abbiano ragione? Genitori, riuscite a vedere la possibile validità del punto di vista dei vostri figli?
  • Migliorate la considerazione degli altri. Avete considerazione per chi vi sta intorno? Date per scontato di avere determinati diritti? Siete sensibili ai bisogni fisici ed emotivi del vostro coniuge?

Dare la preferenza a un altro è una sfida di dimensioni monumentali, ed è per questo che dobbiamo confidare nel potere di Cristo che ci aiuti. Paolo suggerisce questa idea in Efesini 5:21 quando afferma “sottomettendovi gli uni gli altri nel timore di Cristo”. È solo nel rispetto di Cristo che possiamo trovare la forza di mettere gli altri prima di noi. Solo quando rispecchiamo davvero Cristo riusciamo a dimostrare la nostra volontà di sottometterci agli altri e dare loro il primo posto.

Il cambiamento della nostra prospettiva comincerà ben presto a riflettersi nel nostro comportamento quando:
  • Lasceremo agli altri la facoltà di raccontare la loro storia senza prevaricare.
  • Lasceremo a qualcun altro la facoltà di scegliere il ristorante
  • Sapremo ascoltare con interesse ed attenzione
  • Lasceremo che qualcun altro si prenda il merito di qualcosa
  • Sapremo celebrare con gioia sincera i successi altrui
  • Serviremo la nostra piccolo gruppo senza nascondere nulla (“hidden agenda”)
  • Pregheremo con fervore e regolarità per il bisogno di qualcuno.

Mentre scriverai le tue opinioni nel diario di oggi, crea una lista di cinque modi specifici in cui puoi mostrare di dare la preferenza alla tua famiglia o ai membri della tua piccolo gruppo. Scoprirai una gioia incredibile in questo stile di vita “preferenziale”, perché scoprirai che davvero “vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20:35).


P U N T O   D A    P O N D E R A R E :
Dai la priorità agli altri.

V E R S E T T O   D A   M E M O R I Z Z A R E :
“… ma ciascuno, in spirito di umiltà di mente, dovrebbe dare preferenza al prossimo.”
Filippesi 2:3b (NJB)

D O M A N D A   S U   C U I   R I F L E T T E R E :
In quali modi e in quali situazioni devo allenarmi a restare in secondo piano questa settimana?

giovedì 25 aprile 2013

Giorno 25: siamo uniti per crescere insieme dando reciproco avvertimento


Giorno 25

ARGOMENTO: Siamo uniti per crescere insieme


D A N D O   R E C I P R O C O   A V V E R T I M E N T O

Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Oggi»,
perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato.”
Ebrei 3:13 (ESV)

Se ti importa, condividi.

“Non è affar mio” non è un'affermazione cristiana. È proprio affar tuo. Proprio come “il ferro forbisce il ferro” (Proverbi 27:17), siamo chiamati a spingerci l'un l'altro verso un comportamento che imiti Cristo e ci protegga dall'allontanarci dalla nostra fede. Abbiamo bisogno di persone che ci amino abbastanza da darci il giusto avvertimento quando necessario.

Come abbiamo studiato la scorsa settimana, Dio desidera che “ci raccontiamo a vicenda la verità, perché siamo tutti membra dello stesso corpo” (Efesini 4:25, NCV). Si noti qui che la base per dire la verità e avvertirci reciprocamente è che “apparteniamo gli uni agli altri”.

Il nostro dare avvertimento non deve tradursi in un semplice rimbrotto; gli avvertimenti devono essere positivi e avere forza di correzione; devono richiamarci verso l'alto e ricordarci il nostro scopo divino. Devono essere esortazioni al recupero, offerte come correzioni amorevoli con cuore umile e parole compassionevoli. L'Apostolo Paolo ha detto “Perciò vegliate, ricordandovi che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lacrime”(Atti 20:31). Riuscite voi a sentire la passione e la compassione nella sua voce? Quando i nostri ammonimenti sono motivati dall'amore e fondati su relazioni impegnate, raramente saranno duri o cattivi: al contrario sapranno trasmettere l'amore che proviamo per l'altro.

È nostro dovere ammonire, ma è anche necessario sapere ricevere gli ammonimenti di buon grado. La questione è che tutti abbiamo dei punti “ciechi”. Questa espressione è spesso usata in riferimento all'impossibilità per il guidatore di vedere certe aree mentre guida. Ora, per vedere un punto cieco, il guidatore ha bisogno dell'aiuto di chi è al su fianco, e questa immagina ci aiuta a comprendere la fondatezza dell'esortazione: abbiamo tutti bisogno di amici sulla nostra auto, che ci aiutino a vedere il pericolo incipiente; e chi ci permette di percorrere un tragitto pericoloso senza aiuto, non ci darebbe prova della sua sincera amicizia. L'avvertimento non è certo una critica delle nostre abilità di conducente, bensì un modo per impedirci di allontanarci dal giusto percorso.

Proprio come nella guida, l'avvertimento dovrebbe essere tempestivo — “finché si può dire 'OGGI'”. Dobbiamo cogliere l'attimo perché l'attesa nell'avvertire porta soltanto al disastro. È rischioso lasciarsi coinvolgere; ma quanti matrimoni sarebbero stati salvati e quante relazioni guarite, quante cattive decisioni evitate, se solo qualcuno avesse amato abbastanza da dare il giusto avvertimento?

Pensando ai vostri amici o alle vostre piccoli gruppi cristiane, c'è forse qualcuno che necessita di ammonimento? Forse vi è capitato di notare una tendenza poco salutare nella vita di qualcuno. Forse avete notato un aumento del cinismo, un atteggiamento seduttivo, avete sentito parlare di debiti che aumentano, di persone che lavorano sempre di più e non riescono a smettere.

Probabilmente avrete sentito una vocina dentro di voi ripetervi “non è affar tuo. Chi ti credi di essere per dare avvertimenti a qualcun altro? Ne hai già abbastanza dei tuoi problemi.” Invece, è un tuo problema. Se non ti occuperai tu della vita del tuo amico, chi lo farà?


P U N T O   D A   P O N D E R A R E :
E' affar tuo!

V E R S E T T O   D A   M E M O R I Z Z A R E :
Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Dovete avvertivi a vicenda ogni giorno,finchè è chiamato ‘oggi’ , così nessuno di voi verrà sconfitto dal peccato e messo contro Dio.”
Ebrei 3:13 (NLT)

D O M A N D A   S U    C U I   R I F L E T T E R E :
Non esiteresti a fermare un tuo amico che si sta lanciando in mezzo al traffico.
Perché abbiamo tante esitazioni nel fermarlo dal gettarsi nel peccato?

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